Lo ammetto, quest’anno all’idea di partire per le vacanze ignara della nube che avrei generato, ho prenotato una settimana in un agriturismo nella Maremma Toscana. Avevo la necessità di staccarmi da tutto e riposare la mente, è stato un anno duro sotto molti punti di vista, un figlio adolescente e uno recalcitrante, due lavori impegnativi, due cambi scuola, un hobby appassionante, il lutto per mio padre e le nuove responsabilità verso mia mamma mi hanno lasciato vagamente prosciugata da ogni barlume energetico, quindi la vacanza doveva essere in un luogo ameno.
E il luogo era davvero ameno, un posto incentevole, dove la vista spaziava in tutte le direzioni su dolci colline dorate e vecchi casali in pietra, cavalli che correvano liberi in vasti spazi e una piccola comunità di 150 anime che si allarga ad accogliere i turisti durante l’estate. Un luogo dove il proprietario, persona splendida e amichevole, insieme al padre, accolgono gli ospiti in alcune camere in stile toscano e in 6 appartamenti appena ristrutturati conservando i magici sapori del luogo. Jonny e il padre inoltre, producono, in modo Bio, un ottimo vino e un’olio pungente e profumato, tipici della zona, dei quali abbiamo fatto una bella scorta prima di tornare a casa.
I piccoli appartamenti raccolti in un unico casale erano tutti esposti su lati diversi, di modo da dare ad ognuno degli occupanti la propria privacy. Ogni appartamento aveva un barecue costruito in pietra ad uso esclusivo, che ha reso le nsotre cene serali guardando le colline, piacevoli e serene. E visto l’insolito caldo dell’annata la piscina ci dava quei momenti di freschezza necessari.
Alla sera, sdraiati sul prato, abbiamo contato le stelle cadenti, una cosa che oramai è così difficile fare anche nei nostri paesi, che pur non essendo di città sono comunque in zone residenziali tanto illuminate da schiarire il cielo. Erano anni che non vedevo una volta stellata così meravigliosa.
Insomma come anticipavo, tutto perfetto! Senonché… Senonché quel delizioso ragazzino che avevo come figlio primogenito quest’anno ha pensato bene di trasformarsi in un adolescente insoddisfatto e scontento che non può vivere senza wi-fi. Manco a dirlo la nostra location aveva un wi-fi traballante che funzionava a singhiozzo e a una velocita di qualche misero megabit. Per me il Paradiso ma per lui l’inferno, e se avete una sia pur vaga idea di come funzioni la contorta mente di un adolescente (se non altro perché lo siete stati anche voi) sapete che l’inferno per lui DEVE diventare l’inferno anche per me.
E quindi BYE BYE ferie di pace e serenità, ho rimesso in valigia i libri e fatto una rapida ristrutturazione con conseguente cambio di programma, da vacanza a bordo piscina a vacanza di scoperta del territorio e sia benedetto il problem solving innato che mi ha sempre contraddistinta.
Gita 1 – Saturnia, lo stabilimento termale
Questa è una gita da fare assolutamente se avete un adolescente che ama le comodità, il fatto stesso di entrare in uno stabilimento termale con pietre bianche, cascate, fonti che sgorgano acqua sulfurea e cristallina ha il suo bel perché.
L’acqua non viene né trattata né clorata, è così come esce alla fonte, quindi non ha un odore propriamente gradevole e contiene delle piccole impurità se la si guarda da vicino, ma se si mette al bando la schizzinoseria è decisamente gradevole. Nonostante il caldo immergersi è benefico e rilassante e quando si esce la temperatura esterna sembra più bassa. Il costo non è bassissimo ma quasi tutte le strutture ricettive dei dintorni hanno delle convenzioni e quindi ce la si può fare.
Unica nota negativa il fatto che i bambini sotto il metro e cinquanta non abbiano accesso a buona parte del percorso neanche se accompagnati, e quindi se avete un novenne al seguito dovrete gestire la sua delusione e intrattenerlo, separando così la famiglia, a noi che piace stare uniti questa cosa non è piaciuta molto.
Gita 2 – Pitigliano e le vie del Tufo
Su consiglio del nostro ospite abbiamo fatto una gita al borgo di Pitigliano che percorrendo la statale 74, dopo una serie infinita di curve, appare magicamente sospeso su una rupe di tufo tra valli verdeggianti. sembra una magica apparizione e. Pitigliano, originariamente quasi totalmente costruito in tufo, è inserito nel paesaggio in modo talmente sapiente che sembra quasi nascere dalla montagna che lo sorregge. Appena si arriva, l’imponente acquedotto seicentesco con la fontana medicea a 5 archi regala vedute spettacolari sule verdi colline circostanti. Dopo la passeggiata per le suggestive vie del centro, piene di negozietti di artisti e di prodotti tipici abbiamo visitato Palazzo Orsini (di cui non vedrete foto perché è vietato farle al suo interno), il maggiore monumento di Pitigliano: di origine medievale (XIV secolo), la residenza dei conti Orsini fu ristrutturata per Niccolò III, nella prima metà del Cinquecento seguendo i canoni rinascimentali, evidenti negli stemmi, nelle porte bugnate, nella piazzetta con colonnato, nel pozzo esagonale, nell’elegante portale d’ingresso e nelle sale interne. Ora Palazzo Orsini è la sede del museo d’arte sacra. Le cose che ci hanno colpito di più sono state la “SALA DELLE TORTURE” dove al solo immaginare la funzione degli strumenti ci ha pervasi si una sottile inquietudine…. Il pozzo dove il conte gettava le sue monete per predire i risultati della battaglia e un reliquiario con all’interno il braccio di un Santo, per Marco è stato davvero impressionante il concetto di conservazione del pezzo di un corpo per l’adorazione dei fedeli. Purtroppo ci siamo fermati lì, consci che ci fosse ancora molto da visistare e dispiaciuti di non riuscire a vedere la sinagoga e il ghetto ebraico, famosi a Pitigliano. Questo fu luogo di rifugio per gli israeliti ed esempio di convivenza tra ebrei e cristiani, tanto da meritarsi la definizione di “Piccola Gerusalemme”.
Dopo un rapido pranzo ci siamo spostati per un breve tratto in auto e abbiamo percorso la Via di San Michele, la più famosa delle vie cave costruite dagli etruschi che si interseca con la necropoli, dove è stato allestito il parco archeologico all’aperto. Scavando tenacemente le rocce gli etruschi costruirono tombe, cunicoli e le misteriose “vie cave”, nate per collegare tra loro le diverse zone altrimenti separate da colline, un popolo sotterraneo che cercava la spiritualità nelle profondità della terra. All’epoca, pensare che per collegare un luogo all’altro, questa popolazione sia riuscita a scavare delle vie così suggestive all’interno delle colline lascia davvero ammirati.
Gita 3 – Le cascate del Mulino
Le Cascate del Mulino delle terme libere di Saturnia sono conosciute in tutto il mondo per le suggestive piccole piscine di roccia calcarea scavate dal corso del torrente Gorello, che prende origine dal monte Amiata e che sgorga dalla terra con la potenza di 900 lt. d’acqua all’ora, acqua che nei secoli ha scavato la roccia sottostante di travertino, formando queste pozze attorniate da canneti che sembrano quasi un paesaggio da cartolina, tanto sono belle. L’acqua sgorga dalla sorgente naturale ad una temperatura di 37,5°C e grazie alla presenza di un particolare elemento, ovvero il Plancton Termale, si caratterizza per gli effetti benefici che ha sulla pelle, e sugli apparati digestivo, circolatorio, motorio e del ricambio. Vi si giunge in auto e vi si trova un ampio parcheggio gratuito con un piccolo bar, a pochi passi, si apre la spettacolare veduta che sembra quasi portarci indietro nel tempo.
A ridosso del mese di agosto c’era parecchia gente, questo è uno di quei luoghi che sarebbe bello visitare in periodi dove c’è meno affollamento, ma purtroppo le ferie arrivano quando vogliono loro…
piccole note utili
Portate con voi delle scarpette da fondale roccioso, altrimenti muoversi all’interno delle cascate sarà molto difficile e doloroso per i piedi.
Il parcheggio ha una piccola via stretta di accesso e c’è un semaforo che alterna la circolazione per l’entrata e l’uscita dallo stesso, fate attenzione che molta gente però non lo vede e quindi rischiate di trovarvi imbottigliati nella viuzza
Le cascate sono aperte 24 ore al giorno, tutti i giorni, anche in inverno e l’ingresso è gratuito.
Gita 4 – L’argentario e la spiaggia “la Cacciarella”
Essendo in linea d’aria praticamente attaccati all’Argentario, una delle nostre visite non poteva che essere lì, visitatissimo e rinomatissimo, frequentato per lo più da un turismo d’elite, richiedeva un obolo. Ovviamente essere vicini in linea d’aria ha voluto dire un tragitto di circa 1 ora e mezza di curve e tornanti, ma la natura circostante ci ha ampiamente ripagati del viaggio. Una volta arrivati però ci siamo resi conto che le spiagge accessibili e sabbiose, tipo la famosa Giannella, sulle quali contavo per un po’ di relax, erano affollatissime e il mare era molto simile al nostro adriatico, quindi nulla di eccezionale. Non ci siamo scoraggiati e abbiamo ripreso in mano la macchina e dopo un’altra infinita serie di stradine e curve e tornanti, aiutati da google maps che si era miracolosamente rimesso a funzionare, abbiamo trovato l’accesso alla spiaggia “La Cacciarella”, meravigliosa spiaggia di scoglio con acque limpide e pesci stupendi. Unico neo i 30 minuti abbondanti di scalata necessari a raggiungerla.
Anche qui vi consiglio per la scalata delle scarpe comode, evitate le ciabatte infradito come avevamo noi, ho rischiato di finire per terra con una gamba rotta almeno tre volte. Inoltre anche qui necessarie le scarpette da scoglio per entrare in acqua, inoltre essendo la spaiggia piccina e immersa nella verde natura, portatevi acqua e viveri necessari al tepo di permanenza. La spiaggia vale tutta la fatica di raggiungerla, è un piccolo gioeiello incastonato tra gli scogli.
Tre lingue di terra collegano il monte Argentario alla terra ferma, per tornare abbiamo scelto quella che ospita Orbetello per un rapido passaggio. rovenendo dall’ Argentario si percorre la diga fatta costruire da Leopoldo II nel 1842 e sulla sinistra si vede subito il mulino a pianta circolare. Al tempo degli Spagnoli i mulini erano nove e servivano a macinare la farina per gli abitanti della città, ora questo è l’unico rimasto e si staglia in mezzo alla laguna in modo suggestivo. Il tempo di fare una rapida foto per fermare l’attimo e siamo ripartiti, la giornata era stata già abbastanza piena e torneremo per approfondire questi bellissimi luoghi.
Gita 5 – Ravenna e i suoi mosaici
Alla fine della nostra permanenza a Firenze abbiamo lasciato un po’ tristemente il nostro piccolo angolo di Paradiso e ci siamo apprestati a tornare con la doverosa tappa per il novenne, cioè la gita a Mirabilandia. Dovendo assoggettarci a questi due giorni faticosissimi (manco una scalata all’Himalaya può paragonarsi a due giorni nel caldo soffocante delle code alle giostre, c’è di che mettere alla prova l’umanità di chiunque) abbiamo unito una terza giornata e abbiamo deciso di pernottare a Ravenna, usando l’appoggio per visitare i monumenti della città che a mio avviso si può annoverare come una tra le più belle d’Italia.
Io lo so sono un po’ di parte, per me la Romagna con la sua gente è sempre una meta favolosa, se a questo aggiungiamo un centro storico pedonale di grande fascino e i più bei mosaici d’Europa, capirete che fatico a frenare l’entusiasmo.
Approfittando del biglietto unico che costa € 9,50 per gli adulti e € 8,50 per i ragazzi (il novenne è stato fatto entrare gratuitamente) abbiamo visitato il complesso di San Vitale con il Mausoleo di Galla Placidia, il palazzo e il museo arcivescovile, il battistero Neoniano e Sant’Apollinare nuovo. L’ingresso alla basilica di San Francesco invece è gratuito e va fatto fuori dagli orari delle funzioni, una visita che vi consiglio, perché vedere il battistero sommerso d’acqua con i pesci rossi (indicatori di biocompatibilità) che nuotano è davvero bellissimo, e poi come non porgere omaggio al Vate, Dante Alighieri, che qui vede la sua tomba?
Insomma, anche quest’anno ce la siamo sfangata, ma ho capito che se si vuole un po’ di relax, gli adolescenti meglio lasciarli a casa. Hahahahaha.