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Continua la carrellata dei piatti che ho proposto su Taste&More, questa è una reinterpretazione finger di un classico della cucina veneziana, sapete no che da noi si dice “Veneziani polentoni”?
Il detto è legato proprio all’estrema importanza che la polenta rivestiva nell’alimentazione delle popolazioni contadine di un tempo, polentone letteralmente significa mangiatore di polenta, un alimento, questo, storicamente molto diffuso nella cucina povera dell’Italia settentrionale. Fino ai primi anni del XX secolo, infatti, la polenta rappresentava l’alimento base, se non esclusivo, delle popolazioni del nord Italia (Lombardia, Veneto, Piemonte ecc.) purtroppo con conseguenze nefaste sulla salute di molti soggetti spesso vittime della pellagra, anche se li ha salvati da tante carestie alimentari. Polentone, come stereotipo linguistico, ha assunto, quindi, un significato spregiativo e sta ad indicare una persona zotica.
Il termine si è inserito anche nella dialettica campanilistica fra abitanti del nord e del sud della penisola, essendo usato in contrapposizione alll’appellativo terrone: entrambe le parole hanno connotazioni razziste, tese a rimarcare una asserita inferiorità etnica e culturale, anche se spesso usate solo in modo bonario. Lo stesso epiteto è utilizzato in Val Padana, soprattutto in Lombardia (pulentùn), per indicare una persona lenta e dai movimenti goffi e impacciati.
Comunque al di là delle connotazioni negative si può ben dire che siamo diventati esperti nel trattamento della polenta in tutte le sue forme, fumante e appena fatta come riciclata il giorno dopo, compagna di intingoli e da sola dall’antipasto al dolce, anche se credo lo stesso si possa dire di tutte le popolazioni contadine della pianura Padana. Mio nonno Guerrino la mangiava fredda, rivoltata nello zucchero e pucciata nel latte, mentre a me, quando ero ammalata, me la davano calda e morbida con burro fuso e zucchero, ancora me la sogno…
Crema di mais al nero di Seppia
Crema di mais al nero di Seppia, per Taste&More. Un finger facile ed economico, da tavola della vigilia
Per 6 piatti o circa dieci coppe, se la mettete in bicchierino anche 20. Per la sua velocità ve la consiglio nei vari cenoni natalizi, impiattata con eleganza fa la sua porca figura ;-))))
Persone: 6
Ingredienti
- 1 l . di brodo vegetale
- 80 g di farina fioretto di mais gialla
- 125 ml di latte
- 100 ml di panna
- 1 bustina di nero di seppia ma se siete reperibile in tutti i reparti pescheria dei supermercati
- coraggiose prendete una seppia e strappatele il sacchetto del nero.
- 30 g burro
Preparazione
- Versate in una pentola il brodo e portatelo a ebollizione, versate la farina a pioggia mescolando con una frusta perché non si creino grumi e fate cuocere, mescolando spesso, per 10 minuti a
- fuoco dolce.
- Aggiungete panna, latte e burro, riportate a bollore e fate cuocere un altro paio di minuti.
- Se la crema è abbastanza liscia impiattatela così, altrimenti passatela con il frullatore a immersione.
- Versate qualche goccia di nero di seppia e se vi piace ornate con qualche filo di erba
- cipollina.
- Il nero di seppia, una volta mescolato alla crema le darà un aroma inconfondibile.
Note
La stessa crema è fattibile con un goccio di pesto al centro e un gamberetto, oppure con brodo di carne e al centro della creme fraiche.
Tante versioni di un piatto semplice e rincuorante, che può passare da entreè in una cena formale a cremina calda in una serata uggiosa.
Tante versioni di un piatto semplice e rincuorante, che può passare da entreè in una cena formale a cremina calda in una serata uggiosa.
*fonte Wikipedia
29 commenti
una presentazione veramente chic!
baci
Alice
da Veneta adottata questa la provo sicuramente poi la presentazione è divina! complimenti!
Bellissimo piatto, facile ed elegante
Che ti devo dire…io sono una polentona! E non me ne vergogno. Nonostante viva in Toscana, una parte di me è ancora legata a questa radice lombarda e la farina di mais è nel mio DNA.
Complimenti per la deliziosa ricetta e per la bella presentazione. Un abbraccio, Pat
La presentazione è perfetta cosi come il contenuto davvero eccellente, bravissima!!Baci,Imma
Ciao Lara, piacere di conoscerti! Passo solo oggi, dopo che ti sei unita ai miei lettori, perché dalla casellina che appariva sul mio "google friend connect" non c'era nessun link. Grazie al commento che mi hai lasciato, son finalmente riuscita a risalire 🙂
Complimenti per la ricetta e per il post molto interessante ^_^
A presto!
Che eleganza Lara davvero una preparazione superba!!! Sai anche da noi mangia molta polenta ma polentone per noi vuol dire una persona lenta e un pò sempliciotta 🙂 baci
ahaha,da lombarda ho riso un pò alle tue descrizioni dei vari "epiteti" 🙂
wow Lara.. una crema davvero molto particolare questa, ti faccio i miei complimenti.
e anche per le foto… come ti trovi con il programma? spero bene!
vaty
ps le foto sono belle solo grazie a te!
mi fa piacere che ti trovi bene con quel programmino. grazie per aver partecipato!
Ma guarda te che cosa sei riuscita a creare con della polenta! Un piatto della tradizione, rustico sei riuscita a renderlo chiccosissimo, donandogli un ritrovato splendore! Sei semplicemente bravissima!
Piano piano che mi monto la testa… no anzi ridimmelo che mi piace… uffa sti due diavoletti sulla spalla!!! 😉
Lara, io adoro la cucina "vecchia"… tu hai reso meravigliosa una semplice farina di fioretto…. che dire… bravissima mi sembra troppo poco!
baci
Sandra
grazie, grazie, grazie
Metá terrona e metá polentona. Arrivo straight from Bassano del Grappa. 😉
Divina crema, potrei riaffrontare la seppia per procacciarmelo!!
Un baciooo
tranquilla… io ho comprato il nero di seppia in bustina dal banco frigo… ma non dirlo a nessuno, mi fa troppo Parodi 😉
Lara mi piace moltissimo la tua proposta in crema, è vero che è molto chiccosa vista così. Belle anche le alternative al nero di seppia. La provo 😀
Nel mio immaginario, la polenta è un piatto molto pesante… forse perchè a casa mia è sempre stata fatta con i formaggi o sughi super cicciosi… ma la tua idea è fantastica, m'invoglia tantissimo e mi da un senso di leggerezza! Un bacio e buona domenica 🙂
ge nia le!!!!
GRA-ZIE!
Piatto stupendo, come la coppa che lo ospita, hai delle cose molto belle…mi piaceva anche il piatto foglia ricordi?
Un bacione,
Cri
Vero, queste però appartengono alla mia nonna che me le ha lasciate in eredità… i ricordi più belli che ho insieme a una vecchia terrina enorme di ceramica
davvero delle coppette sfiziose e molto molto chic! Chapeau!
Ma merci!
Lara, la tua introduzione è fantastica! E' bello documentarsi e scoprire la storia che sta dietro ad ogni pietanza.
Amo la polenta, è versatile e adattabile ad ogni portata. La tua crema è chic e di grande effetto!
Un abbraccio e felice week end!
Anvedi, mia nonna buonanima non ci crederebbe che la polenta può diventare chic!!!! Meraviglie della modernità!
Si presenta magnificamente, grazie per la bellissima idea!
Grazie a te dei complimenti
hai ragione è proprio un bel piatto natalizio!
Grazie!